In memoria di Federico Tavola Una vita spesa al servizio del Pri lombardo In memoria di Federico Tavola, il "gigante buono": repubblicano, generoso e sempre pronto ad aiutare gli altri. Sono questi gli aggettivi più usati per descrivere Federico dalle persone che gli stavano vicine. Un amico di tutti. Attivo nella società non solo dal punto di vista professionale ma anche rispetto alle moltissime iniziative sociali e solidali a cui prendeva parte, oltre naturalmente alla sua costante attenzione alla vita politica della sua comunità. Federico Tavola era medico di base, con studio a Misinto, ma operativo su tutto il territorio della Brianza, perché, ripeteva sempre, "gli amici si aiutano sempre quando hanno bisogno, anche se si trasferiscono". Trent’anni di servizio che, grazie alla passione che ci metteva, ne avevano fatto un punto di riferimento per tante persone. Collaborava con Avis, con il gruppo sindacale dei medici di Monza e Brianza, con il Motoclub Lazzate, di cui era medico sociale, e naturalmente con gli amici repubblicani di Seregno, Meda, Giussano, Lentate, Bollate, oltre che della sua sezione di Novate. La fede repubblicana di Federico Tavola era inattaccabile, portata avanti fino alle ultime ore di vita allorché, interessato a comprendere i risvolti della crisi politica nazionale, si preoccupava di verificare il tesseramento della sezione di Meda in vista del prossimo Congresso nazionale del PRI. Da Segretario della Sezione di Novate, poi Consigliere Comunale, divenne nel 1985 membro della Direzione Provinciale. Una Direzione che non ha mai più lasciato, entrando nell’esecutivo nel 2003 e successivamente nella Direzione Regionale della Lombardia. Gli amici di Milano e della Lombardia lo ricordano come una presenza costante nelle decisioni del Partito. Con spirito di servizio non si è mai tirato indietro nelle tante battaglie di minoranza che in questi anni hanno caratterizzato l’azione del PRI, candidandosi in prima persona anche nelle liste nazionali, raccogliendo firme, rappresentando i repubblicani quando ce ne fosse la necessità. Federico è tra coloro che al Partito hanno certamente dato più di quanto abbiano ricevuto. Ma di questo non ha mai dato a lamentarsi, ampliando, al contrario, negli anni più difficili, lo sforzo per mantenere vive le idee repubblicane, tenendo aperte le sezioni e mai ammainando le nostre bandiere. Qualcuno lo definiva "il gigante buono". Per noi certamente lo era. Un gigante buono che è morto con la cravatta a strisce verdi dell’Edera, perché i simboli, diceva, "sono sostanza e significano qualcosa". Gli amici della Provincia di Milano |